Borgomanero: impiantato al SS. Trinità nuovo dispositivo per la cura dello scompenso cardiaco

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Ospedale SS. Trinità di Borgomanero, nuovo dispositivo per la cura dello scompenso cardiaco. Nella foto l'ingegnere venezuelano che lavora ad Amburgo, la dottoressa Paola Paffoni e il dottor Umberto Parravicini
L'ingegnere venezuelano che lavora ad Amburgo, la dottoressa Paola Paffoni e il dottor Umberto Parravicini
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All’Ospedale Santissima Trinità di Borgomanero dell’Asl No, lunedì 27 novembre, è stato impiantato per la prima volta (la quarta in Piemonte, la decima in Italia) un dispositivo per il trattamento dello scompenso cardiaco attraverso una nuova terapia che modifica la contrattilità delle cellule cardiache. L’intervento, effettuato dalla dott.ssa Paola Paffoni, insieme al dott. Umberto Parravicini – Direttore della S.C. di Cardiologia – e alla sua équipe, è durato circa cinquanta minuti in anestesia locale ed è perfettamente riuscito.

Il dispositivo impiantato, sebbene molto simile a un comune pacemaker, genera degli impulsi elettrici ad alto voltaggio che non hanno come scopo la produzione del battito cardiaco, ma determina una rimodulazione del metabolismo del calcio. Nel cuore scompensato, infatti, si riduce l’attività dei geni e delle proteine che promuovono il rilascio del calcio nella cellula cardiaca.

La sua concentrazione intracellulare si riduce e così la capacità della cellula di contrarsi e del cuore di pompare il sangue nel sistema circolatorio. Con la stimolazione erogata da questo nuovo dispositivo nota come CCM (Cardiac Contractility Modulation) si verifica una progressiva riattivazione di geni e proteine che regolano il rilascio del calcio nella cellula, aumentandone la disponibilità con un miglioramento della funzione del cuore. I malati di scompenso cardiaco che non rispondono alle terapie attualmente disponibili, farmacologica, terapia resincronizzante cardiaca e che non possono essere inclusi nelle liste trapianto, potranno beneficiare di questo trattamento. «L’insufficienza cardiaca costituisce un problema di salute pubblica di enorme rilievo – ha affermato Umberto Parravicini – a soffrire di scompenso cardiaco in Italia sono 600mila persone e si stima che la sua frequenza raddoppi ad ogni decade di età». In Piemonte i ricoveri rappresentano il 2,2% del totale dei ricoveri, quasi 12mila l’anno. Dopo i 65 anni arriva al 10% circa e rappresenta la prima causa di ricovero in ospedale. La ricerca scientifica fornisce però oggi nuove terapie per far fronte allo scompenso cardiaco. Il Piemonte si dimostra ancora una volta all’avanguardia nell’adozione di nuove terapie efficaci nella lotta allo scompenso cardiaco e l’Ospedale di Borgomanero costituisce uno dei punti di riferimento nella gestione di pazienti con questa patologia.