Novara dice addio allo Spar

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«A nostro giudizio gli immigrati a Novara sono già troppi. Non abbiamo bisogno di averne altri. Per questo, come del restro promesso in campagna elettorale, chiudiamo l’esperiuenza dello Sprar». Il sindaco di Novara Alessandro Canelli Giustifica così la scelta attuata dalla sua amministrazione comunale di non chiedere il rinnovo del progetto Sprar che era stato avviato dalla precedente giunta, quella di centrosinistra guidata da Andrea Ballarè. «Non penso – ci dice – che lo Sprar possa portare benefici concreti alla città. È solo un modo di avere più migranti sul territorio. Capisco che quelli dello Sprar sono stranieri che hanno uno status differente da quello di chi sbarca solo per cercare fortuna, ma prima deve diminuire il numero di quello ospitato dai centri straoprdinari. Sulla carta gli aderenti allo Sprar dovrebbe ridurre quello degli ospitati in emergenza, ma fino ad oggi così non è stato». Canelli non rifiuterebbe, a priori, l’idea di uno Sprar, ma fino ad oggi non ne ha visto alcun beneficio, insomma «Avere stranieri che non sono qui solo per vivere alla giornata ma persone che hanno un reale status di rifugiati sarebbe l’ideale e anche per questo- aggiunge il sindaco – oltre che non pagare penali alla cooperativa, quando siamo arrivati abbiamo tenuto attivo lo Sprar. Ma la cooperativa che aveva ottenuto l’appalto, non è stata in grado di fare tutto quel che aveva detto. In particolare hanno ospitato solo 11 persone e non le 50 che si erano impegnati a fare. Alla fine l’esperienza si è dimostrata fallimentare» Fallimentari dice Canelli, sono stati alcuni dei processi di inserimento istruiti in passato «come quello per i lavori sociali che era stato messo in piedi con Assm, chiuso ben prima che arrivassimo noi. A questo punto se ci sono risorse per cantieri sociali, li allestiremo per i novaresi residenti in città, siano essi italiani o stranieri». «Si tratta di una scelta irrazionale – dice Elia Impaloni, consigliere comunale Pd oggi all’opposizione, ma che aveva curato la realizzazione dello Sprar di Novara – prima di tutto perchè si cancella un modo per avere un controllo da parte del cinune sui processi di inserimento, limitando l’immigrazione incontrollata. Secondariamente grazie allo Sprar, che per Novara aveva un valore di un milione di euro, si potevano sostenere costi per servizi comunque indispensabili per la città, come quelli per i mediatori culturali o i servizi di traduzione linguistica. Del resto Canelli ha dimostrato di non rifiutare i contributi economici, 300mila euro lo scorso anno, che arrivano a Novara per la presenza di richiedenti asilo, usati, secondo me anche correttamente per fini sociali ». Impaloni rifiuta anche l’idea che lo Sprar porti in città più immigrati. «non è ver: i numeri dello Sprar vanno in detrazione a quelli per l’accoglienza straordinaria. Non ci sarebbero stati più stranieri quindi. Senza lo Sprar chi ottiene lo status, avendo ottenuto la protezione, uscirà dal centro di accoglienza straordinario e resterà per le strade in città correndo il rischio di non avviare il processo di inserimento, aumentando quel disordine e disagio che Canelli dice di voler ridurre. L’unica motivazione che canelli potrebbe apportare per la sua decisione è che dà con essa esecuzione ad una disposizione politica; è una scelta dettata dal capo del suo partito, Salvini. Tutte le altre ragioni non stanno in piedi». Fabrizio Frattini